Il 2 marzo come Associazione abbiamo incontrato Angelo e Patrizia, responsabili del progetto che sosteniamo in Perù. È stato un momento di confronto che ci ha permesso di fare il punto sulla situazione di questo progetto.
In oltre 25 anni di vita in Perù abbiamo visto migliorare la situazione generale, ma il Paese rimane segnato da forti disuguaglianze e corruzione; la capitale Lima (10 milioni di abitanti) rimane la meta principale di ricerca di opportunità, anche per le persone dei monti dalla Sierra, dove ci troviamo noi.
Il progetto fa parte delle missioni dell'Operazione Mato Grosso. Si tratta di una casa per ragazze adolescenti, che offre la formazione scolastica secondaria affiancata da un laboratorio di cucito e ricamo. Le ragazze provengono da famiglie in situazioni di povertà o disagio, vivono insieme in comunità e ricevono un’educazione anche in termini di valori umani e cristiani.
Rimangono per i cinque anni della scuola secondaria e le adozioni a distanza dei padrini dell’Associazione CAAP coprono parte delle spese. Quest’anno terminerà il sesto ciclo di formazione e l’aiuto dei padrini e delle madrine verrà utilizzato per regalare a ogni ragazza una macchina da cucire per facilitarne l’autonomia economica.
Non è raro che veniamo contattati dalle nostre ragazze ora adulte e con famiglia. Constatiamo in queste occasioni che la formazione professionale e umana ricevuta le ha aiutate ad inserirsi nel mondo del lavoro, non necessariamente nel settore tessile. Per noi è una gioia vederle ricordare con nostalgia l'esperienza passata con noi.
Anche il Perù, per cercare di affrontare la pandemia, ha imposto restrizioni e chiuso le scuole. Fortunatamente, dopo un primo periodo di attività a distanza siamo riusciti gradualmente a riaprire la casa a piccoli gruppi di 7/8 ragazze a turni di 30 giorni, evitando così tutti gli spostamenti e diminuendo le occasioni di contagio.
Ora ci aspettano nuove sfide, tra cui un nuovo progetto nella zona di Pomallucay, fermo restando che le ragazze di Tinti saranno seguite fino al termine dell’anno scolastico e poi lasciate partire, sempre con la loro macchina da cucire!