Il progetto "Taller Maria Auxiliadora" è arrivato al termine del sesto ciclo di formazione

Il 2 marzo come Associazione abbiamo incontrato Angelo e Patrizia, responsabili del progetto che sosteniamo in Perù. È stato un momento di confronto che ci ha permesso di fare il punto sulla situazione di questo progetto.

Com'è la situazione economica e sociale in Perù?

In oltre 25 anni di vita in Perù abbiamo visto migliorare la situazione generale, ma il Paese rimane segnato da forti disuguaglianze e corruzione; la capitale Lima (10 milioni di abitanti) rimane la meta principale di ricerca di opportunità, anche per le persone dei monti dalla Sierra, dove ci troviamo noi.

In cosa consiste il progetto, che l'Associazione CAAP sostiene dal 2000?

Il progetto fa parte delle missioni dell'Operazione Mato Grosso. Si tratta di una casa per ragazze adolescenti, che offre la formazione scolastica secondaria affiancata da un laboratorio di cucito e ricamo. Le ragazze provengono da famiglie in situazioni di povertà o disagio, vivono insieme in comunità e ricevono un’educazione anche in termini di valori umani e cristiani.
Rimangono per i cinque anni della scuola secondaria e le adozioni a distanza dei padrini dell’Associazione CAAP coprono parte delle spese. Quest’anno terminerà il sesto ciclo di formazione e l’aiuto dei padrini e delle madrine verrà utilizzato per regalare a ogni ragazza una macchina da cucire per facilitarne l’autonomia economica.

Che riscontri avete sui risultati di questo percorso?

Non è raro che veniamo contattati dalle nostre ragazze ora adulte e con famiglia. Constatiamo in queste occasioni che la formazione professionale e umana ricevuta le ha aiutate ad inserirsi nel mondo del lavoro, non necessariamente nel settore tessile. Per noi è una gioia vederle ricordare con nostalgia l'esperienza passata con noi.

Come ve la siete cavata con le restrizioni per il Covid?

Anche il Perù, per cercare di affrontare la pandemia, ha imposto restrizioni e chiuso le scuole. Fortunatamente, dopo un primo periodo di attività a distanza siamo riusciti gradualmente a riaprire la casa a piccoli gruppi di 7/8 ragazze a turni di 30 giorni, evitando così tutti gli spostamenti e diminuendo le occasioni di contagio.

Cosa avete in programma per il vostro prossimo rientro in Perù?

Ora ci aspettano nuove sfide, tra cui un nuovo progetto nella zona di Pomallucay, fermo restando che le ragazze di Tinti saranno seguite fino al termine dell’anno scolastico e poi lasciate partire, sempre con la loro macchina da cucire!

Dice il proverbio "Dai un pesce ad un uomo e lo sfamerai per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita". D'accordo, ma non è così semplice!
Spesso i coltivatori che necessitano di vendere le proprie merci non hanno facile accesso al mercato, per diversi motivi:

Accade quindi che il produttore sia costretto a fare riferimento ad un intermediario e sottostare alle sue regole, senza possibilità di contrattare prezzo e condizioni a suo vantaggio. I prezzi corrisposti oscillano in base alla situazione del mercato e si rivelano di molto inferiori a quanto necessario per garantire i fabbisogni di base dei produttori e delle loro famiglie. I coltivatori si ritrovano quindi vincolati a situazioni di povertà, che posso portare alla vendita dei terreni e la migrazione verso le città, fino allo sfruttamento come braccianti e al lavoro minorile.

Commercio Equo e Solidale: pari dignità tra produttori e consumatori

Il Commercio Equo e Solidale agisce su questi meccanismi, inserendosi come filiera di importazione diretta dai coltivatori, concordando un prezzo che riconosca il giusto valore del lavoro e sia sufficiente a coprire le necessità dei produttori, oltre a prevedere un contributo solidale per promuovere il loro sviluppo tramite i piccoli investimenti necessari. I coltivatori vengono organizzati in associazioni o cooperative locali, a cui viene assicurata la copertura delle necessità di base, quali entrate stabili, accesso a servizi di credito, educazione, assistenza medica, formazione tecnica.

Esempio tipico è la cooperativa El Guabo in Equador, nata nel 1987 quando un gruppo iniziale di 14 piccoli coltivatori di banane decise di riunirsi in associazione ed esportare i propri frutti tramite la rete del Commercio Equo e Solidale. El Guabo ora è composta da produttori di tutte le province del Paese, a cui garantisce un prezzo equo e concordato, supporto tecnico, logistico, scolastico e medico. Li guida inoltre nella riduzione dell'impatto ambientale in conformità alle richieste della certificazione biologica e aiuta le diverse comunità a realizzare progetti con valenza sociale come, ad esempio, scuole dell'infanzia per i figli dei coltivatori.
El Guabo assicura così ai consumatori una filiera trasparente, tracciabile, una coltivazione biologica e frutta di qualità.

Nella Bottega del Mondo CAAP di Zanè, parte della Cooperativa Unicomondo, trovi ogni due settimane le banane eque e solidali. Passa a provarle!

Per saperne di più:
https://www.altromercato.it/it_it/ctmagrofair/

Come Associazione C.A.A.P. sosteniamo le attività di alcuni centri educativi in America Latina attraverso dei progetti di Adozione a Distanza.
Siamo praticamente in costante contatto con loro e questo ci permette di conoscere in tempo reale quello che stanno vivendo. Come tutti possiamo immaginare, l’ultimo anno è stato particolarmente duro: in situazioni già precarie si è abbattuta una pandemia che ancora oggi non accenna a mollare la presa.

Ecco la testimonianza di due responsabili del Centro di Formazione di Limoeiro, con cui collaboriamo ormai da molti anni:

Limoeiro: Il Centro di Formazione Padre Luigi Cecchin durante la pandemia. Notizie dai responsabili

«Il nostro istituto, da sempre a sostegno dei poveri e gli ultimi, anche in questo contesto si è presentato con varie iniziative a sostegno dei bambini, famiglie bisognose e contadini senza terra.
I primi ad essere coinvolti sono stati i bambini che durante la chiusura delle scuole per le vacanze estive sono stati accolti al Centro in una specie di colonia estiva garantendo così due pasti giornalieri a tutti i ragazzi e sottraendo questo impegno alle famiglie in difficoltà; questo è stato possibile anche con il coinvolgimento e la collaborazione dei vari gruppi di animazione giovanile cittadini.

Il 3 febbraio 2020 con l’inizio dell’anno scolastico anche l’Istituto ha ripreso le attività ordinarie, ma tutto è durato fino al 18 marzo, quando le autorità a causa della pandemia hanno dovuto chiudere scuole e attività.
L’Istituto a fronte di questa nuova realtà ha dovuto trovare subito risposte alternative per continuare il suo servizio di assistenza alle famiglie più bisognose. La prima risposta a questa emergenza è stata la consegna a queste famiglie di pacchi con generi di prima necessità, ripetuta poi ogni 15 giorni; un modo, questo, che permetteva anche di andare a visitare le famiglie, sentire i problemi e dare informazioni. Doveroso dire che la popolazione di Limoeiro in questo contesto è stata molto generosa e ci ha sempre sostenuto.
Come educatori non ci siamo persi d’animo e, nonostante la pandemia, abbiamo svolto attività di formazione per rinnovare il nostro spirito di comunità, elaborare nuove capacità educative e sviluppare, dove era possibile, attività da svolgere a distanza con bambini, adolescenti e famiglie.

Nel 2020 è ricorso anche l’anniversario della nascita del Centro; infatti era il 1970 quando Padre Luigi Cecchin mise le basi al Centro di Formazione dei Minori. Ora, dopo cinquant’anni, è diventato Istituto Padre Luigi Cecchin: non abbiamo potuto fare festeggiamenti e celebrazioni pubbliche, ma questo non ha offuscato la luce che questa nostra struttura rappresenta per tutta Limoeiro.
Questa situazione di pandemia ha messo tutto il Brasile in una situazione economica molto difficile; l’indice di povertà estrema tra le persone è diventato ancora più palpabile.
Le disuguaglianze sociali si sono vistosamente accentuate e questo fatto purtroppo è accettato non solo dai ricchi, ma anche da tutte le altre categorie sociali e - con rassegnazione - anche dalle più povere, dove il Covid 19 fa più vittime. In molte di queste situazioni famigliari infatti, il distanziamento sociale e l’igiene di base sono impossibili da sostenere.
Dobbiamo ammettere che, nonostante tutti gli sforzi fatti, molte famiglie ora si ritrovano senza l’essenziale: la maggior parte dei bambini seguiti dal Centro purtroppo proviene proprio da queste situazioni e non si vedono garantiti i servizi fondamentali come la salute, l’istruzione e la sicurezza e questo li rende ancora più vulnerabili.»

Per saperne di più:
https://iplclimoeiro.wordpress.com/

Ana Patricia e Sonia Oliveira (responsabili settore adozioni)

Mi chiamo Luciano e sono il Presidente dell’Associazione CAAP che si occupa principalmente di Adozioni a Distanza, ma che cura anche la bottega con i prodotti del commercio equo-solidale che si trova nel Centro Parrocchiale di Zanè. In queste righe proverò a raccontarvi perché la vendita di questi prodotti sia per me un’importante priorità.

Innanzitutto un po' di Storia

Siamo stati i primi nell'Alto Vicentino a provare e proporre il commercio equo e solidale, dopo essere entrati in contatto con alcuni responsabili della cooperativa “La Tortuga” di Padova.

Sicuramente non eravamo degli esperti, ma questa proposta di vendita di prodotti fatti dai contadini poveri del Sud del Mondo si abbinava molto bene ai nostri progetti di bambini adottati a distanza, molte volte proprio figli di poveri contadini sfruttati da ricchi proprietari terrieri del posto.
Ci incuriosiva molto questo innovativo metodo di distribuzione e vendita di prodotti, soprattutto per come era impostato il trattamento economico che questi contadini ricevevano: non solo non venivano sfruttati, ma ricevevano per i loro prodotti molto di più rispetto alla filiera tradizionale. Inoltre avevano l'opportunità di differenziare la coltivazione dei prodotti non operando più in un regime di monocultura, ma potendo coltivare anche prodotti che servivano a garantire la sussistenza delle loro famiglie. Inoltre, i coordinatori del progetto erano consapevoli che il raccolto poteva andare male per mille motivi e che i pochi mezzi che i contadini possedevano non garantivano sempre un raccolto abbondante, per cui era stato introdotto un sistema di prestito solidale per l‘acquisto di nuove sementi per la nuova produzione. Questo meccanismo evitava che i contadini si indebitassero e, non potendo restituire il debito, perdessero le loro terre, andando così ad ingrossare le fila delle persone che vivono nelle periferie delle città.

Molti anni sono passati ormai dall'inizio di questo movimento che nel tempo si è evoluto in cooperative presenti ormai sia nei Paesi in via di sviluppo che qui da noi. Tuttavia i principi di base sono rimasti gli stessi e sono stati creati dei marchi di garanzia che certificano che questi prodotti sono stati coltivati con metodi biologici e senza sistemi di sfruttamento umano e del territorio.

La Mia Colazione

Tornando alle mie priorità concrete, vorrei parlarvi della mia colazione. È molto semplice: tè con i biscotti. A prima vista niente di strano o eccezionale, ma per me diventa qualcosa di importante che mi rasserena ogni mattina.

La colazione di solito è la prima cosa che facciamo all'inizio della giornata, e cosa c'è di più bello che farla con dei prodotti buoni? I biscotti con le gocce di cioccolato per me sono i migliori e mi piace inzupparli nel tè al bergamotto perché aumenta il loro sapore. Questa mia semplice azione diventa importante perché genera sicurezza, stabilità e benessere a cooperative formate da famiglie contadine che vivono in Paesi in via di sviluppo: persone che altrimenti si troverebbero in difficoltà e spinte dal sistema verso lo sfruttamento.

Per me, questo modo di fare colazione è diventato un buon modo per iniziare la giornata dove si intrecciano la bontà dei prodotti con la solidarietà sia verso altri esseri umani che verso la natura, in questo modo tutelata e preservata.

Buona colazione con i prodotti del commercio equo a tutti!

Luciano Sella

Come Associazione CAAP sosteniamo, attraverso le Adozioni a Distanza, le attività di alcune realtà presenti nei Paesi del Sud del Mondo. Crediamo che il collegamento diretto con loro sia il modo migliore per comprendere l’importanza del nostro impegno.

Ecco perché abbiamo chiesto ad alcuni di loro di scrivere le loro testimonianze. La prima - che trovate in questo articolo - è di Cesare, volontario italiano presso la "Fundacion Tierra Nueva". Con questa Fondazione collaboriamo per il sostegno di due asili nido e di un centro per disabili.

La testimonianza di Cesare

«Buongiorno,
mi chiamo Cesare e mi è stato chiesto di sintetizzare la mia esperienza in Ecuador, ci proverò.
Il mio primo incontro con l'Ecuador risale alla fine del 2002 quando ho passato a Quito 6 mesi come volontario presso "Fundacion Tierra Nueva". In quel periodo ho conosciuto quella che poi è diventata mia moglie e che faceva l’assistente sociale per la Fondazione. Si chiama Rosa ed abbiamo vissuto i seguenti 13 anni qui in Italia.

A fine 2015 abbiamo deciso, per vari motivi, di rientrare in Ecuador. L'inizio è stato entusiasmante e carico di ottima energia: il Paese che abbiamo trovato non corrispondeva a quello lasciato qualche anno prima. Tutto era migliorato sia a livello economico che sociale. In questo contesto ci siamo nuovamente riavvicinati a "Fundacion Tierra Nueva" che nel frattempo era enormemente cresciuta, con l'inaugurazione dell'ospedale ed il fiorire di nuovi progetti per la popolazione del sud di Quito (che è la zona più povera della città). Rosa è diventata l'assistente sociale del personale (circa 600 dipendenti), lavorando nell'ufficio delle risorse umane dove quotidianamente si trovava a risolvere i problemi di molti colleghi che vivevano disgrazie familiari ( violenza domestica, alcolismo, mancanza di soldi ecc. ) o ad organizzare eventi ludici o laboratori e corsi formativi per gli stessi. La Fondazione ha sempre cercato di assumere personale dalle scarse possibilità economiche o con problematiche sociali, proprio per dar loro la possibilità di un impiego che altrove non avrebbero trovato. Questo ovviamente fa scaturire una serie di difficoltà poi nella gestione giornaliera dei dipendenti. Chiaramente si sta parlando di ruoli che non richiedano una professionalità comprovata, come medici ed infermieri, ma di tutto il resto del personale (gli addetti alle pulizie, i portantini, gli impiegati amministrativi…). Io ho iniziato a collaborare con il progetto che Tierra Nueva ha con CAAP nella traduzione delle comunicazioni fra le due realtà. Questo mi ha consentito di entrare a diretto contatto con i bisogni delle varie realtà tra i più poveri dell'Ecuador.

Nel 2017 è iniziato un nuovo declino, rapido e devastante, dell'intero Paese dopo le elezioni presidenziali. È difficile capire come sia stato possibile in così poco tempo devastare un Paese ma così è stato. Con l'arrivo della pandemia dovuta al Covid-19 è iniziato poi un terribile meccanismo di corruzione a livelli esagerati e lampanti con sovrapprezzi del 105% sulle forniture mediche. La scusa del virus ha innescato una serie di vendite degli ultimi beni pubblici; gli ospedali pubblici non ricevono più i finanziamenti pubblici, così come le amministrazioni locali. Questa situazione ha letteralmente paralizzato l'Ecuador. Anche "Fundacion Tierra Nueva" ha risentito di questa situazione avendo dei convegni con lo Stato per varie prestazioni mediche e per i progetti con i ragazzi disabili. La Fondazione ha dovuto ridimensionare le attività e molte addirittura sospenderle per mancanza di fondi: alcuni progetti sono cessati ed altri funzionano a metà grazie al telelavoro. Tutto questo ha creato instabilità economica in moltissime famiglie. Sono aumentate moltissimo la delinquenza e la violenza nei quartieri. Il morale di troppe persone è a terra ed il disinteresse per il futuro è ormai tangibile. Ognuno pensa per sé, si è persa quell'armonia collettiva che 5 anni fa avevo trovato. La povertà è l'unica certezza per moltissime persone ed aumenta giorno dopo giorno.

Purtroppo a fine novembre 2020, per motivi relativi alla situazione del Paese e ad altri di carattere personale, abbiamo dovuto tornare qui in Italia. Ma i miei occhi e il mio cuore sono sempre rivolti a quel bellissimo e purtroppo bistrattato paese che si chiama Ecuador.»





Quest'anno l'associazione CAAP Onlus ha deciso di vestirsi di nuovo!
Oltre ad un nuovo logo e ad un sito completamente rinnovato, abbiamo creato un'applicazione per smartphone che semplifica la comunicazione tra voi e il vostro progetto.

L'applicazione è disponibile a tutti per le sezioni NEWS e PROGETTI mentre, per accedere ai dati relativi alla propria adozione (BAMBINI E VERSAMENTI), è necessario richiedere le credenziali di accesso mandando una mail a caaponlus@gmail.com comunicando il nominativo con cui è registrata la vostra adozione a distanza.
Al momento sono visualizzabili le notizie dei bambini solo di alcuni progetti.

Per saperne di più consulta l'opuscolo/guida disponibile qui.

L'applicazione è disponibile per il sistema Android, la versione per IOS sarà rilasciata da marzo 2021.

Carissimo Padrino-Madrina, ti raggiungo con questa lettera in prossimità del Natale per assicurarti che anche in questo difficile periodo di pandemia noi dell'Associazione CAAP non ci siamo fermati, anzi ci siamo impegnati per migliorare la nostra Associazione, cercando di rimodernare il nostro modo di comunicare con voi, con i nostri progetti e per trovare nuovi modi per promuovere le nostre iniziative.

Questa pandemia ci ha bloccati in parecchie attività: bancarelle, manifestazioni e incontri sono iniziative che in questo periodo – ormai da lunghi mesi – non è possibile effettuare. Così ci siamo confrontati tra di noi e abbiamo deciso di rendere questo periodo di pandemia un'occasione di miglioramento, infatti il nostro impegno verso i Bambini e la promozione delle Adozioni a distanza continua, i contatti con i Progetti non sono mai mancati e questo ci sprona a continuare, migliorandoci giorno per giorno.

Siamo tutti consapevoli che il mondo della comunicazione stia velocemente cambiando: le distanze in questo contesto si sono molto ridotte e la tecnologia ha dato un grosso contributo in questi ultimi anni infatti, dalla lettera cartacea siamo passati velocemente alla mail ed ora con i messaggi dal telefonino si riescono a contattare in un attimo persone che si trovano anche nelle diverse parti del Mondo.

Riflettendo su questi aspetti ci siamo sentiti spronati a valorizzare l'esperienza lavorativa di alcuni di noi volontari per usare questa tecnologia a favore dei nostri bambini adottati a distanza, sia migliorando la comunicazione con i Progetti che apportando novità importanti nel rapporto tra noi Associazione e voi Padrini e Madrine che siete il nostro motore principale.

Come prima cosa abbiamo completamente rinnovato il nostro Sito, modernizzandolo in molte sue parti a partire dalla scelta di un nuovo Logo e migliorandone la grafica e la trattazione degli argomenti.
È nostra intenzione inserirvi periodicamente notizie dai progetti, con foto e riflessioni relative ad argomenti di cui noi non siamo sempre al corrente. Auspichiamo che questo possa diventare un canale informativo non solo per molti di voi, ma anche per altre persone.

Altra novità, non meno importante, è quella di aver ultimato un'Applicazione per gli smartphone dove, una volta entrati nel vostro profilo, troverete la foto del vostro figlioccio e - dove possibile - anche della sua famiglia e abitazione, notizie che prima ricevevate solo sulla prima scheda cartacea. Inoltre potrete vedere la mappa dove si trova il Progetto e la possibilità anche di osservare dove si trovano tutti gli altri progetti seguiti dall'associazione. Infine ci saranno indicati anche tutti i vostri versamenti così potrete sempre tenerli sotto controllo e avrete la possibilità di stamparli per la ricevuta fiscale.

Come potete capire tutte queste innovazioni hanno impegnato molte energie di alcuni di noi, ma per non renderle fini a se stesse serviva qualcuno che se ne prendesse carico così, nel frattempo, abbiamo anche istituito un gruppo che seguirà specificatamente questo ambito per seguire e aggiornare la comunicazione.

È una sfida iniziata in queste settimane che speriamo di vincere assieme a voi e, con il desiderio di continuare ancora assieme questa avventura.

A nome di tutti i volontari dell'Associazione CAAP Onlus vi faccio i migliori auguri per queste festività natalizie, non dimenticando che Natale è la festa del dono e tutti siamo chiamati a vivere questo profondo significato, non dimenticandoci che il più dono più bello, quello della Buona Novella, l'abbiamo ricevuto noi da Lui con la sua presenza in mezzo noi.

Luciano Sella

Buon Natale da tutta l’Associazione C.A.A.P. Onlus

Anche quest'anno come Associazione CAAP proponiamo come idea per il Natale i cesti solidali. Nella nostra bottega presso il Centro Parrocchiale di Zanè si possono trovare tanti prodotti buoni con cui preparare un buon e bel regalo per i nostri cari. I prodotti al suo interno sono buoni proprio per tutti: buoni per chi li mangia, buoni per chi li produce e buoni per l’ambiente. È su questi principi infatti che si basa la produzione di tutti i nostri prodotti: la sostenibilità, la solidarietà e l’equità.

La nostra proposta per un Natale di solidarietà

Il Panettoncino con gocce di cioccolato e uvetta: la granella di anacardi che lo riveste viene prodotta in India, dove Elements, associazione che cura l'accesso al mercato dei prodotti equosolidali, si occupa di aiutare i piccoli produttori dei villaggi indiani a coltivare e vendere i loro prodotti in modo sostenibile ed ecologico, e si pone come scopo la conservazione e la valorizzazione delle risorse locali. La carta del panettoncino invece viene prodotta in Bangladesh, dove l’associazione Prokritee si occupa di stare al fianco delle donne nel loro percorso di emancipazione, garantendo loro un lavoro sicuro per costruire un futuro per sé e le loro famiglie. La carta del packaging viene prodotta in modo sostenibile, utilizzando materiali naturali, biodegradabili e reperibili sul territorio locale.

Il caffè manifesto: “Esiste un caffè che non è amaro per chi lavora?” La risposta è sì. Questo caffè di qualità 100% arabica viene coltivato in filiere che preservano la biodiversità e rispettano i lavoratori delle comunità, come nel caso della cooperativa Tzeltal Tzotzil, grazie alla quale i contadini delle tribù indigene Tzeltal e Tzotzil possono continuare a vivere nelle loro terre nel nord del Chiapas, secondo le loro tradizioni e con una giusta remunerazione. I chicchi di caffè sono racchiusi in un packaging rispettoso dell’ambiente, che non contiene alluminio.

Lo zucchero “Moscobado”: Prodotto nelle Filippine dall'associazione PTFC, che nel corso del tempo ha creato una reale emancipazione dei contadini che lavorano in questa produzione, grazie ad un importante percorso di formazione.

Tè all'arancia e spezie: questo tè viene prodotto in India da alcune associazioni di produttori locali, come PTWWC, secondo principi di sostenibilità sociale e ambientale.

Il cacao: ricavato dalle preziose fave raccolte, fermentate, essiccate e spremute dal gruppo Conacado, che riveste un ruolo centrale nella filiera del cacao biologico e migliora le condizioni di vita e di lavoro dei contadini della Repubblica Dominicana.

Cioccolato “Mascao”: cioccolato biologico, prodotto con zucchero Mascobado delle Filippine e cacao dell'associazione Acopagro, che coinvolge oltre 2000 famiglie peruviane, offrendo loro un'alternativa alla coca e sviluppando un'agricoltura ecosostenibile.

Come si può vedere, ogni prodotto racchiude in sé una storia di solidarietà, sostenibilità e rispetto dell'ambiente che ci rende orgogliosi della nostra proposta e collaborazione con queste realtà.

Come realizzare i cesti solidali

Ovviamente ogni cliente può personalizzare il proprio cesto come meglio desidera: dal cacao al caffè, dall'olio alla pasta, fino ai prodotti di artigianato e di cosmesi.
Nel nostro negozio ci sono prodotti per tutti i gusti: potrai così regalare un Natale più dolce e più vero non solo ai tuoi cari, ma anche a tutti i lavoratori che hanno contribuito a crearlo.
Quest'anno scegli come regalo di Natale un cesto pieno di bontà!

Buon Natale di solidarietà!

Cesto di Natale 2020 CAAP

CAAP, associazione nata nel 1989, è un’associazione di volontariato che ha lo scopo di dare un aiuto concreto ai giovani del Sud del Mondo che si trovano in situazioni di difficoltà attraverso le adozioni a distanza.
Sono ormai molti anni che parliamo e proponiamo le nostre Adozioni, eppure lunedì 2 novembre una signora ci ha stupito per la motivazione che ci ha dato scegliendo di aderire ad uno dei nostri Progetti.

Quali sono le motivazioni che spingono ad adottare bambini a distanza?

Dopo le consuete domande, anche relative all'effettiva trasparenza sulla gestione dei soldi e il loro arrivo a destinazione a favore dei bambini, a cui fieramente abbiamo risposto che tutto andrà a beneficio dei bambini e che noi come Associazione non tratteniamo nulla, lei ci racconta perché aveva scelto di aderire alle nostre Adozioni a distanza:

“Ho una figlia ed ogni giorno sentiamo sui canali televisivi, sui social e anche tra ragazzi a scuola, affermazioni contro la povera gente che lascia la sua terra, cultura e famiglia per arrivare da noi in questi viaggi della speranza, non lo troviamo giusto e allora per dare un esempio diverso abbiamo deciso come famiglia di aderire all'Adozione.
In questa scelta ci ha aiutato molto il sentirvi parlare in chiesa della vostra associazione dopo la messa domenica scorsa e vi ringrazio per questa opportunità.”

L’Adozione a Distanza di un bambino povero come mezzo per contrastare la superficialità che molte volte ci circonda e per preservare quei principi umani di solidarietà, per molte persone validi ancora oggi.

Bello! Ammetto che sono stato doppiamente felice.

Madrina: Monica Zanrosso

Come aderire ai nostri progetti di adozione a distanza


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    DOVEVO PROPRIO DIRTELO

    L'Associazione CAAP da oltre 20 anni si occupa di adozioni a distanza per dare un futuro migliore a bambini e ragazzi del Sud del Mondo. Ma cosa succede ai quei ragazzi quando raggiungono un'età in cui non fanno più parte dei nostri progetti? Una domanda che in molti giustamente ci pongono. Oggi Luciano, uno dei soci fondatori della nostra associazione, ci racconta l'esperienza vissuta da una coppia che si è affidata a CAAP per adottare a distanza.

    La testimonianza di Maruja – Settembre 2020

    Era appena passato mezzogiorno quando il cellulare di Luciano ha suonato: era una Madrina che conosce personalmente. Vista la voce un po' agitata, il primo pensiero che ha fatto è stato quello di un'altra persona che per motivi famigliari, dovuti alla situazione economica che stiamo vivendo, volesse disdire l'Adozione.

    “Luciano devo proprio dirtelo, questa notte mi è capitata una cosa bellissima e inaspettata.
    Ti ricordi la prima bambina che più di venti anni fa come famiglia abbiamo adottato a distanza in Perù? È riuscita a rintracciarmi via Facebook! Io subito ho fatto fatica a capire chi fosse, non riuscivo a capire, ma poi ripetendomi il nome, tutto è diventato chiaro e l'emozione ha preso il sopravvento.
    Era molto felice di sentirmi: mi ha raccontato che ora vive a Lima, è sposata e ha due figlie; il marito lavora e anche lei contribuisce al reddito famigliare facendo lavori di cucito, con la macchina da cucire che siamo riusciti a regalarle quando ha finito gli anni della scuola.
    Tra tutte le cose che mi ha raccontato, mi ha detto che conserva ancora intatte tutte le letterine che le ho spedito negli anni. Eravamo molto emozionate tutte e due, abbiamo chiacchierato un po' e, prima di salutarmi, piangendo mi ha detto una cosa che non mi ha fatto più dormire quella notte: “Grazie per avermi aiutata a cambiare la mia vita”.
    Luciano, io e mio marito, non ci sono neanche resi conto in questi anni di cambiare la vita a qualcuno con così poco, grazie a voi abbiamo vissuto un'esperienza bellissima, e dovevamo proprio dirtelo.
    Grazie anche per aver insistito perché scrivessimo le letterine, ora capiamo la loro importanza”.

    Sentiamo dire molte volte che il tempo dei miracoli è finito eppure, telefonate come questa mostrano che spesso non ci accorgiamo che siamo proprio noi, con le nostre piccole scelte, a compiere cose eccezionali.

    Il primo messaggio di Maruja ad Amelia:

    Buenas noches señora Amelia como está? Le escribo para agradecerle inmensamente por el gran regalo que me ha hecho cuando acabé la escuela muchísimas gracias ahora lo utilizo y es mi compañera de trabajo en casa miles de gracias!!!

    Associazione Centro Attivo Aiuto al Prossimo (C.A.A.P.) ONLUS
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